Grazie architetto Cerocchi per essere stato la mia risposta a chi, con aria sussiegosa, mi diceva: eh…Latina, a Latina non c’è cultura. Grazie per avermi permesso di rispondere: «Scusa, ma tu sai chi è Riccardo Cerocchi? Sai cos’è il Campus internazionale di musica? Sai che a Latina c’è un architetto vero, di quelli che interpretano la propria vita in chiave estetica e la condividono con il resto del mondo?»
Grazie per i racconti che mi ha regalato ogni volta, sulla storia dei corsi di Sermoneta e del Campus. Potrei elencarli, dall’allievo di Zubin Mehta che arrivò trafelato perché il suo maestro gli aveva quasi ordinato di venire a Sermoneta, a quel giovane musicista che, per pagare il supplemento richiesto dalla compagnia aerea per imbarcare il suo strumento musicale piuttosto ingombrante, era rimasto senza soldi e saltava il pranzo. Finché lei non se ne accorse e gli fece avere immediatamente una borsa di studio.
Grazie per la felicità pura che ho provato in casa sua, quando, insieme ad Antonio Fraioli, registrammo una puntata de “Gli amici della musica”.
Grazie per avermi sempre salutato con affetto. Quando ero la giornalista che arrivava con macchina fotografica e telecamera. E quando non lo ero più.
Grazie architetto per quell’ultimo nostro incontro al Concerto di Capodanno Che ora per me rimarrà indissolubilmente legato alla sua memoria e ogni volta che ascolterò la Marcia di Radetzky penserò a lei e a tutte le volte che ho avuto occasione di ascoltarla dal vivo, proprio qui a Latina, salutando il nuovo anno.
E anche se mi dico che la sua è stata una grande vita che merita di essere ricordata con un sorriso, non riesco a frenare le lacrime.
Maria Corsetti