Il primo spritz guardingo, il secondo positivo. Il primo bevuto con compostezza, per il secondo la muscolatura si rilassa, la schiena si appoggia allo schienale della poltroncina, le gambe si allungano. Per il secondo spritz arrivano i nachos con la salsa piccante, uno sfizietto evergreen. Certo non si sono sprecati granché, però almeno hanno evitato le croste avanzate del pan carrè ripassate in padella e i fusilli freddi. Lì davvero sarebbe scattato un viaggio nel tempo. I nachos sono comodi da stuzzicare, sono bocconcini piacevoli, aiutano a sostenere una conversazione alla quale non è interessato nessuno dei due.
Sinceramente a lei non interessava sapere come viveva lui, lui qualche domanda in più l’avrebbe fatta ma percepì, incredibilmente, che non era il momento, che si stava bene così a dire qualcosa di inutile. Sarebbero state inutili anche le loro biografie degli ultimi decenni.
Il tramonto non deluse, apparecchiò sfumature rosse di grande effetto, il terzo spritz sarebbe stato troppo.
Sotto la luce di un tramonto d’autunno si salutarono, con un abbraccio sicuramente più affettuoso di quello che li aveva fatti incontrare.
Lei se ne tornò a casa, senza pensieri. Avrebbe voluto iniziare il libro acquistato nel pomeriggio, ma si buttò sul letto fresco, la finestra era aperta e si stava benissimo. Che bello dormire.
Lui avvertì un senso di insoddisfazione, qualcosa mancava per completare quella serata imprevista. Chiamò un’amica, di quelle fidelizzate, che fanno, e non fanno storie. Si presentò a casa di lei. Se ne andò dopo neanche un’ora.