È quasi mezzanotte quando squilla il mio cellulare. Beh, che c'è di strano? Mica solo l'unica vecchia di ottanta anni ad avere un cellulare e a usarlo. Uno squillo e basta. Guardo il nome, ma già so. I patti erano chiari, se le mie intuizioni si fossero avverate l'avrei saputo in tempo reale con uno squillo.
Vedo la scena: è buio, ma le luci di cortesia illuminano il cammino. Silenzio e ombre. La sagoma di una donna, un fantasma furtivo ed elegante, percorre il grande corridoio dalle pareti bianche che nella notte sfumano nel blu. Tra le sue mani un oggetto traslucido, un'ampolla tenuta ferma e protetta da un'andatura senza scatti per non rischiare perdite. L'incedere ondulato cessa davanti a una porta, la donna entra e si chiude alle spalle il resto del mondo. Passa qualche minuto e lei è di nuovo lì, nel corridoio. Ora è un fantasma frettoloso, l'ampolla, ormai vuota, è tenuta senza alcuna cura. Entra di nuovo in una porta, la lascia aperta. Si siede su una sedia, accanto a un letto. Lui le prende la mano e la fa scorrere sotto le lenzuola. Liberate dall'urina, le sue parti basse sono gonfie d'amore.
Annalaura è la mia giovane vicina di casa. Ha superato i trent'anni, è una donna indipendente, ma questo non le impedisce di trovarsi invischiata in storie improbabili. Fisicamente la si potrebbe definire "una bella figlia", robusta e vistosa, sempre molto curata. Capelli castani accesi di biondo, lucidi e lunghi, unghie perfette, ciglia ricurve, tacchi perenni.
L'avevo messa in guardia, «lascia perdere quel cane piccolo». No, non era riferito a Erny, il meticcetto simil-volpino che mi ha affidato in questi giorni, ma all'ultima delle sue non-conquiste. Certi soggetti li riconosci dopo un paio di settimane che ci esci. Veramente sarebbero classificabili da subito, ma per l'età dell'entusiasmo la franchigia è obbligatoria.
«Vuoi conoscere Franco? Guarda come si comporta Erny. Solo che Erny è un cagnolino, da essere umano Franco dovrebbe comportarsi diversamente. E invece guardalo come marca il territorio, quando lo vedo vicino a te temo che da un momento all'altro ti si attacchi a una gamba»
La difesa di Annalaura è debole, Franco farebbe così per precedenti traumi, non vuole fidanzarsi con lei perché non la ama però lei non deve stare con nessuno sennò lui ci sta male perché perde un'amica. Cos'altro potrebbe fare lei se non assecondarlo? Cos’altro?
La realtà è che Franco vicino ad Annalaura scompare. Lui è un pidocchietto, lei una bella manza bionda da esibire. Facendo bene attenzione a non compromettersi. Uno scarafaggio non può impegnarsi con una donna così appariscente. Un conto è portarsela a spasso, sfoggiarla, sentirsi figo e invidiato per una sera. Mettendo bene in chiaro a ogni uomo presente nel raggio di un chilometro che la topissima sta con lui. Altra storia è sentirsi gravato del sospetto di cornuto per tutta la vita.
«Però lui mi ha fatto vedere alla mamma». Annalaura tira fuori l'asso dalla manica, la presentazione ufficiale all'autrice di questo capolavoro di figlio.
«Ti ha fatto vedere in che senso? Spiegami un po'».
«No, nel senso che lui si è fatto accompagnare sotto casa della mamma e la mamma che era affacciata in balcone ci ha visti»
«Davvero significativo»
«Beh, ma se voleva tenermi nascosta poteva evitare»
«Il cucciolo ha mostrato alla mamma la sua conquista mettendo contemporaneamente in chiaro che la cosa finisce lì»
Forse ho esagerato con Annalaura, in fondo perché anticiparle quello che scoprirà da sola? Perché infliggerle l'umiliazione di riconoscere che avevo ragione? Sai che c'è, non le dico più nulla, ascolto, annuisco, sorrido e la lascio con il suo cane piccolo attaccato a una gamba. Beh, è qualche giorno che non la vedo, ora le vado a bussare a casa e mi offro di portare Erny a fare una passeggiata.
«Professoressa Corsetti! Sono felice, temevo che ce l'avesse con me!»
«Io? Carissima Annalaura, come puoi pensare una cosa del genere! Dai, porto Erny a spasso così hai più tempo per prepararti».
«Ma io non ho nessun impegno, usciamo insieme! Vorrei chiederle una cosa...»
Chissà cosa mi toccherà sentire. Speriamo di farcela a tenere la bocca chiusa.
«Professoressa, avrei bisogno di un grande favore. Mercoledì parto, torno domenica. E non ho nessuno a cui lasciare Erny. Potrebbe aiutarmi?»
«Ma certo, certissimo! Può stare a casa mia, tanto con il gatto vanno d'accordo. Oppure se preferisci può rimanere a casa tua e io lo vado a prendere tre volte al giorno per la passeggiata. Anzi, sai che c'è? Facciamo decidere a lui, se vedo che preferisce stare a casa tua lo lascio lì, se invece mi segue dopo la passeggiata lo tengo con me. Piuttosto dimmi, dove vai di bello?»
«A Milano»
«Ottimo! Vai per lavoro? Oppure fine settimana lungo di mostre e spettacoli?»
«Veramente accompagno Franco che deve subire un piccolo intervento»
«Niente di grave spero!»
«No, no, una cosa di routine. Mercoledì lo ricoverano, giovedì lo operano, sabato lo dimettono»
«Che carina che sei ad accompagnarlo! E come mai vai tu?»
«Me lo ha chiesto, dice che non ha nessuno, che si sente solo...»
«Sei davvero un tesoro! Anche perché assistere una persona che ha appena subito un intervento è difficile. Stai ore e ore seduta su una sedia, in un reparto maschile poi...e ci sono momenti in cui è richiesta un'intimità particolare, quando devi dargli il pappagallo per fare la pipì..e poi lo devi svuotare...»
«Ma no, professoressa! C'è la sua mamma per questo!»
«Come la mamma? Scusa non era solo?»
«Solo nel senso che si sente solo. La sua mamma va»
Ho giurato a me stessa di tacere, ma quanti giuramenti si rompono nella vita? Non andrò certo all'inferno per aver rotto questo.
«Eccolo il cane piccolo che si fa accompagnare dalla mamma e dall'amica bona in ospedale. Pensa che figurone. La mamma che l'accudisce e tu che le dai il cambio. Già immagino la scena: in corsia con quei maschi mezzi morti che ti vedono arrivare tutta capelli, ciglia e tacchi. E lui tronfio. Quando ha finito di farsi cambiare il pannolino dalla mamma tocca a te. E credimi, nella notte allungherà anche le mani. Nelle prime ore della notte, così è sicuro che c'è qualcuno ancora sveglio che se ne accorge e il giorno dopo lo guarda con ammirazione. Il cane piccolo che si acchiappa una bella pastora tedesca. Ecco qua, marcato il territorio anche a Milano. E la madre, contenta che di notte può dormire, prima di andare via ti farà l'elenco delle necessità del cucciolo e poi ti indicherà il pappagallo sotto il letto»
«Professoressa!»
«Dici di no? Già ti vedo che fai su e giù per il corridoio con il pappagallo in mano. Facciamo così, ti evito imbarazzi futuri, ma una promessa me la devi: a qualsiasi ora del giorno o della notte ti ritroverai tra il letto e il bagno con il pappagallo da svuotare mi fai uno squillo sul cellulare. Non dovrai aggiungere altro, ma lo squillo me lo devi»
«Guardi glielo prometto, ma so già che non ce ne sarà bisogno»
«Come vuoi cara. Allora, spiegami bene come deve mangiare Erny in questi giorni»
Buono,buono il livello di cattiveria, di ironia. Potrebbe essere l'inizio del primo capitolo di un buon libro.