romanzospicciolo
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Racconti spiccioli, il quotidiano e lo straordinario di una piccola umanità

Colori

Ci sono persone che sanno entrare in cantine devastate, dove sono stati ammassati anni di vita. Ci sono persone che riescono a trovare l’inizio dell’ordine, partono da un punto esatto e proseguono dritte e sicure. Quando è sera quel luogo ha cambiato volto, gli oggetti sono stati selezionati, tra quelli da gettare nella spazzatura e quelli che possono contare su una nuova esistenza altrove.

 

Non si fermò per un minuto Carla, quando decise che si era fatta ora di pranzo tirò fuori dalla borsa un sacchetto di carta bianca, dentro c’era un pezzo di pizza con pomodori pachino e cicoria. Lo mangiava tenendo lo straccio in mano, guardando dove era possibile ancora togliere quegli strati pesanti di polvere che quando ci passi sopra la pezza bagnata all’improvviso le cose vecchie di anni si illuminano del colore del nuovo.

 

Perché conservare una sedia dalla tappezzeria rotta? Può andare bene in campagna, non sai mai quanta gente arriva e tutto si rivela utile. All’improvviso le venne in mente la roulotte alla quale erano state tolte le ruote e diventava come una casetta tra gli olivi. Lamiera bianca invece dello chalet di legno, non si intonava per nulla all’ambiente: se con la terra ci lavori e non ci vai in vacanza, non stai lì a guardare l’estetica. Nelle notti di agosto, quando cadono le stelle e il buio è interrotto dalla luce delle lucciole, davanti alla roulotte senza ruote puoi accendere un grande falò per saltarci sopra. Allora questa sedia può servire per chi sta intorno al fuoco e guarda il gioco.

Solo chi ha saltato sopra un falò nella notte sa quanto può essere bello l’arancione con il blu intenso.

Carla sistemò la sedia sul furgone delle cose da salvare.

 

L’apertura di uno scatolone restituì alla luce una pila di libri vecchi. Libri del liceo, testi di decenni prima. Buttarli era come buttare le ore spese a studiare. A che potevano servire oggi quei libri? Ad accendere il falò di agosto? Ne sarebbe bastato uno e, di carta - nonostante tutte le raccomandazioni -  nonostante gli appelli di tante associazioni, ce n’è sempre troppa in circolazione. Una sedia devi comunque ricomprarla, la carta te la trovi ogni momento. No, per quei libri non c’era speranza. L’unico atto di civiltà permesso era gettarli nel cassonetto della differenziata. Uno sguardo ancora e dalle pagine gialline uscirono i commenti scritti a matita di pomeriggi svogliati e pieni di desideri, di mattine sui banchi di scuola, tra letteratura e incoscienza del mondo, di frasi che oramai appartenevano a persone che non esistevano più.

Solo chi ha amato tanto i libri e li ha visti invecchiare tra le proprie mani, li ha annotati con un tratto di matita, può sapere quanto sta bene il giallino con il grigio.

 

Carla passò alla sezione articoli sportivi. I vestiti hanno una loro prima vita nell’armadio, la seconda nell’armadio di qualcun altro. Una cugina più piccola, una famiglia che non può spendere. L’epilogo dei vestiti è la trasformazione in stracci per le pulizie. Per togliere la polvere Carla stava usando un vecchio pigiama di flanella, di felpa per essere più contemporanei. L’attrezzatura usata per praticare uno sport, invece, difficilmente viene ceduta. C’è sempre la speranza che la passione riaffiori. Quando succede, a distanza di anni, l’attrezzatura viene tirata fuori come una reliquia. I verdi acidi e i rosa shocking hanno ceduto al tempo e i tempi sono cambiati, le taglie sono cambiate, i materiali sono cambiati. Era costata sogni e denaro, ma oggi farà la fine dei libri di scuola.

Di loro rimarrà in fondo alla mente il verde acido e il rosa shocking di quando brillavano in vetrina.

 

Leggi la tua vita attraverso gli oggetti molto più che in un diario. Il diario va letto, l’emozione è mediata dall’emozione del momento della scrittura. L’oggetto ti riporta indietro a momenti mai più ricordati negli anni. Cerchi un odore che ti aiuti in questa ricerca. L’odore che trovi è solo di polvere e muffa.

Anche le foto erano finite in cantina. Sulle foto la vita moderna è stata più astuta: le migliaia di scatti in digitale finiscono nel computer, poi su un cd fino a essere dimenticate in un cassetto. Occupano poco spazio. Ma le foto della gita di quaranta anni prima, in bianco e nero, dodici scatti in tutto, sono lì a testimoniare tempi e momenti mai esistiti perché c'era il colore in quei momenti che adesso venivano raccontati in bianco e nero.

 

Carla passò a esaminare la sezione pupazzi. Non orsacchiotti da bambini, piuttosto peluche da fidanzati. Musetti di conigli, cagnolini, gatti, pecorelle e porcellini: tutti che esprimevano affetto e promesse. Bianchi candidi, rosa, celesti, verdini, sempre sui toni pastello. Peccato, davvero peccato buttarli, erano nuovissimi. Erano passati dallo scaffale del negozio a mani piene di amore che li avevano fatti dormire sul letto e coccolati con grande cura. Un giorno erano all'improvviso finiti in una scatola in cantina, ma l'esecuzione era stata dolce, la scatola era di vimini e foderata di stoffa. "Si potrebbero regalare a qualche bambino, basta una sciacquata in lavatrice con l'ammorbidente".

Di loro rimane l’impressione che i colori pastello sono morbidi al tatto.

 

Lo scomparto dei barattoli era imponente. Decine barattoli vuoti, messi da parte per farci i pomodori. Sarebbero ancora buoni, con il tappo la polvere non è entrata. Ma chi li fa più i pomodori e il vino e l'olio. Quelle giornate intere a bollire pomodori, a spellarli, a togliere e i semini, a passarli e a mettere tutto nei barattoli, che poi venivano bolliti nei pentoloni e conservati. Quelle grandi bagnarole color celeste acceso con quei pomodori rossi davano un bel contrasto. Quanto sta bene il rosso con il celeste vivo può saperlo solo chi ha fatto i pomodori.

Di rosso e di celeste vivo si colorava il cielo al tramonto.

Carla aveva finito di svuotare la cantina.

I due mucchi, l’irrecuperabile e il riciclabile, erano stati sistemati su un furgone.

La cantina era stata lavata, disinfettata, prendeva aria dopo anni. In un giorno se ne erano andati anni, la sensazione era di una nuova libertà e di uno spazio conquistato.

Il colore era quello di un foglio bianco.

Chi ha amato la scrittura e il disegno sa quanto può essere bello e terribile un foglio bianco.

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IL PATTO DI MISAMBOR

     IL PATTO DI MISAMBOR

Pianeta Terra, anno 12065. Dopo millenni di battaglie tra tecnologici, ambientalisti e religiosi viene firmato il Patto di Misambor grazie al quale l’uomo dovrebbe vivere felice e in pace per l’eternità. Infatti per i primi secoli le cose vanno esattamente così. Ma “eternità” è parola grossa da digerire: per questo motivo nel Patto di Misambor vengono inserite due clausole: la prima, richiesta dagli ambientalisti, esige che comunque sia previsto un ciclo nascita-crescita-maturità-vecchiaia. La seconda, richiesta dai religiosi e ben più complessa, sancisce la possibilità della morte. Qualunque essere umano muore nel momento in cui sulla terra nessuno gli vuole più bene.

Non c’è neanche uno straccio di astronave in questo romanzo ambientato tra diecimila anni, né si va a passeggio tra le stelle e tantomeno tra le scimmie. In fondo l’umanità riesce sempre a superare se stessa.

 

Autore: Maria Corsetti

Titolo: Il Patto di Misambor

Editore: Falco Editore

Anno di pubblicazione: 2012

Pagine: 112

Prezzo: 10 euro

Copertina di Lorenzo Moriconi

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