Ottanta, pochissimi per Latina e tantissimi per me. Parlo di anni, è ovvio. Troppa strada dovrà fare ancora Latina per levarsi di dosso l’etichetta facile di non luogo senza identità. Per quell’epoca mi avranno sfrattato anche dalla tomba per gettarmi nell’ossario comune.
A proposito di tomba, ho detto a mia sorella di evitarmi la sepoltura e di far trasformare le mie ceneri in un brillante, ho visto in tv la pubblicità di un’agenzia che offre questo servizio. Poveraccia, mia sorella intendo, sono anni che aspetta di sfoggiare un bel solitario al dito, invece s’è fatta vecchia pure lei e io sto sempre qui invece che al suo anulare.
Debbo dire questa cosa anche a quel rampantello del figlio dell’impresario di pompe funebri che incontro spesso quando vado in ospedale per i controlli. Quel brav’uomo del padre ha sempre gestito con grande delicatezza certe questioni, entrando in punta di piedi tra il dolore. Corretto e professionale. Non se lo meritava proprio uno scemo di figlio del genere, che segue i funerali attaccato al telefonino e porta la bara in chiesa con le maniche della camicia rimboccate e i tatuaggi in mostra. Lo stronzetto mi saluta sempre con un «Ma che splendida forma professoressa Corsetti!». In quanto donna mi sono negati i debiti scongiuri. Perché io lo so che il tipo tiene d’occhio gli anziani sperando in una loro solerte dipartita. Per lui siamo assegni circolari, incassi garantiti, praticamente l’ultima generazione con pensione sicura e piccolo conto in banca. Talmente avveduti da predisporre tutto prima, magari anticipando le spese del saluto estremo per non dar l’incomodo agli eredi. Quando ce ne andiamo lasciamo tanti ricordi e lacrime che si asciugano in fretta, in fondo la nostra vita ce la siamo vissuta. Tornando allo stronzetto ci manca solo che mi invita a prendere un caffè in ufficio da lui, così con la scusa mi fa scegliere la bara. La prossima volta che lo incontro mi ci fermo a chiacchierare e gli racconto di mia nonna che mi ha cresciuta: è morta a novantasette anni. A occhio me ne mancano ancora diciassette, caro stronzetto va a finire che ci vengo io al tuo funerale.
maria è divertentissima ,sei pungente come una vespa