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Vedere voci - Oliver Sacks

Il dono negato - Attilio Nicastro

Se la saggistica si fa narrativa

Alla scoperta del mondo dei sordi e nelle segrete della stanza da bagno. Oliver Sacks e Attilio Nicastro, due medici che guardano con occhio clinico e ascoltano con cuore umano e curioso

1989: Oliver Sacks pubblica Seeing Voices. In Italia arriverà l’anno successivo con il titolo “Vedere voci – Un viaggio nel mondo dei sordi”. Ed è proprio nel 1990 che Sacks conquista un pubblico ancora più vasto rispetto a quello che già hanno i suoi libri: nel 1990, infatti, Penny Marshall dirige Robert De Niro e Robin Williams in “Risvegli”, tratto proprio da un libro del neurologo e scrittore inglese che da tempo lavora in America.  

“Vedere voci” è il viaggio di Sacks nel mondo dei sordi: un’esperienza che parte con l’occhio clinico e finisce per accompagnare lo scrittore attraverso un mondo e una cultura sconosciuta, scoprendone una complessità insospettata. “Un viaggio – afferma lo stesso Sacks - che ha reso per me strano ciò che era familiare, familiare ciò che era strano".

 

2008: Attilio Nicastro pubblica “Il dono negato – Storie di stitichezza e dintorni”. A tutti è capitato, se non di soffrire, di incontrare qualcuno affetto da stitichezza. E questo qualcuno che non fa mistero di sintomi, orari, regole. Una vita scandita da un appuntamento che dovrebbe essere naturale e invece si tramuta in un incubo. Per chi ne soffre e per chi ascolta, costretto quasi a vivere come una colpa il godere di regolare evacuazione.

Può questo tormento tramutarsi in un libro? Possono certe sofferenze trovare dignità nel mondo della narrativa? Se il sesso ha superato l’esame tabù, in letteratura, ma anche nel cinema e nel piccolo schermo, il dilemma quotidiano con il bagno viene sdoganato solo dalle pubblicità, sempre molto edulcorate, dei lassativi. Ma dietro quei sorrisi al mattino si nasconde l’ossessione di ogni ora. Storie di ogni giorno per un medico proctologo?

 

Le generazioni che hanno letto (obbligatoriamente) il libro Cuore di Edmondo De Amicis ricorderanno “la mutina”, quella bimba ospitata in un istituto speciale per sordi. Come dimenticare l’emozione quando il papà della piccola chiede alla maestra di insegnargli qualche gesto per poter comunicare con la figlia. E il sorriso tutto da Cuore dell’insegnante quando guarda la piccola, le fa poggiare le manine sulla gola e sul petto e la piccola articola una breve frase e, guardando bene in faccia il padre, sembrava avesse sentito quello che lui aveva detto.

A volte le emozioni, le suggestioni provocano qualche danno. A fine ottocento, infatti, la corrente oralista, preminente nel Congresso di Milano del 1880, vietò ai sordomuti italiani di utilizzare il linguaggio dei segni, obbligandoli a imparare a leggere il labiale e ad articolare parole e frasi attraverso il controllo della fuoriuscita dell’aria dal diaframma e dalla gola. Il che può essere utile per il sordomuto, ma non può essere inteso in senso esclusivo. Non si può cioè impedire al sordo di parlare secondo la sua lingua, di comunicare secondo la sua natura, che è quella dei segni. È una comunicazione fatta di immagini e di vibrazioni quella dei sordi, molto più complessa di quanto chi si è limitato a imparare alle elementari un “alfabeto muto” (peraltro superato), possa immaginare.

Questo mondo ce lo racconta Oliver Sacks nel suo Vedere voci che parla della sua esperienza attraverso «il linguaggio, la natura del parlare e dell'insegnare, lo sviluppo del bambino, la crescita e il funzionamento del sistema nervoso, la formazione delle comunità, dei mondi, delle culture, in un modo del tutto nuovo, che mi ha allietato e mi ha fatto imparare tanto. Ma, soprattutto, mi ha permesso di vedere in una prospettiva sorprendente problemi antichissimi, di concepire in modo diverso e imprevedibile il linguaggio, la biologia, la cultura...».

Un libro bello, affascinante, che usa il bel narrare per abbattere i luoghi comuni. Una lettura interessante e coinvolgente, che porta il lettore a mettersi dall’altra parte. Dalla parte di chi non conosce la lingua dei segni in un mondo di sordomuti, di chi in questo contesto non può comunicare. Tutto si ribalta e tutto si chiarisce tra le righe di Sacks.

A tutti è capitato, se non di soffrire, di incontrare qualcuno affetto da stitichezza. E questo qualcuno che non fa mistero di sintomi, orari, regole. Una vita scandita da un appuntamento che dovrebbe essere naturale e invece si tramuta in un incubo. Per chi ne soffre e per chi ascolta, costretto quasi a vivere come una colpa il godere di regolare evacuazione.

Può questo tormento tramutarsi in un libro? Può una certa saggistica farsi narrativa?

Moliere si avventurava a parlare di clisteri nel Malato immaginario, ma quella era una commedia. E la  commedia sta sempre al confine con il grottesco. Di malattia si parla in tanti splendidi romanzi, ma solo certe malattie sanno essere romantiche.

Né commedia, né tragedia dunque, eppure basta calarsi nella realtà che lo stitico di turno salta fuori in brevissimo tempo. Basta partire per una vacanza in comitiva. E notare che qualcuno si è portata la scorta di kiwi per la colazione...o le corse in farmacia appena arrivati a destinazione...o le entrate/uscite con aria afflitta dal bagno...e lo sguardo amorevole di chi è intorno e "sa del problema". Insomma, gettiamo la maschera e ammettiamolo: è un "problema" di cui siamo tutti vittime, per via diretta o indotta.

E quindi un libro serve, eccome se serve. Serve a chi soffre di stitichezza per sentirsi in ottima compagnia e magari iniziare a pensare di curarsi seriamente. Per chi è vittima dei racconti delle traversie dello stitico di turno al quale può consigliare una buona lettura...magari mentre, seduto in bagno, aspetta che si compia il miracolo. E per chi ha la fortuna di non aver mai avuto a che fare con certe questioni: scoprirà quanto è fortunato. Scorrevole e disincantata, la penna di Nicastro non si tira indietro neanche quando si tratta di raccontare casi estremi. Ma quanto estremi? Estremi perché unici, oppure perché unico è stato il coraggio da parte del paziente, o dei suoi familiari, di uscire allo scoperto?

"Una lettura stimolante, non è un farmaco, e non ha controindicazioni" si legge sul sito internet. L’ipotesi di regalo per chi soffre di “dono negato”.

Sia chiaro da subito: il libro non offre ricette, né soluzioni per la stitichezza. È semplicemente una lettura per tutti. Nella sicurezza che ognuno ci ritroverà quel qualcuno che conosce molto bene.

Autore: Oliver Sacks

Titolo: Vedere voci

Editore: Adelphi

Collana: Biblioteca Adelphi Traduzione: Carla Sborgi Pagine: 256 Prezzo: 18 euro www.oliversacks.com

 

Autore:Attilio Nicastro

Titolo:Il dono negato

Editore: Luigi Pellegrini

Pagine: 168

Prezzo: 15 euro www.attilionicastro.it www.ildononegato.com

 

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IL PATTO DI MISAMBOR

     IL PATTO DI MISAMBOR

Pianeta Terra, anno 12065. Dopo millenni di battaglie tra tecnologici, ambientalisti e religiosi viene firmato il Patto di Misambor grazie al quale l’uomo dovrebbe vivere felice e in pace per l’eternità. Infatti per i primi secoli le cose vanno esattamente così. Ma “eternità” è parola grossa da digerire: per questo motivo nel Patto di Misambor vengono inserite due clausole: la prima, richiesta dagli ambientalisti, esige che comunque sia previsto un ciclo nascita-crescita-maturità-vecchiaia. La seconda, richiesta dai religiosi e ben più complessa, sancisce la possibilità della morte. Qualunque essere umano muore nel momento in cui sulla terra nessuno gli vuole più bene.

Non c’è neanche uno straccio di astronave in questo romanzo ambientato tra diecimila anni, né si va a passeggio tra le stelle e tantomeno tra le scimmie. In fondo l’umanità riesce sempre a superare se stessa.

 

Autore: Maria Corsetti

Titolo: Il Patto di Misambor

Editore: Falco Editore

Anno di pubblicazione: 2012

Pagine: 112

Prezzo: 10 euro

Copertina di Lorenzo Moriconi

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