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IL DOPOTEATRO

L'eredità fa brutti scherzi

 

“L’eredità fa brutti scherzi”, tra risate e saggezza popolare

 

Sarà di nuovo in scena domenica 9 marzo alle 17.30 al Teatro comunale di Cori la commedia di Tonino Cicinelli che ha debuttato lo scorso fine settimana al Cafaro di Latina

 

 

Tonino Cicinelli colpisce ancora: nella più fedele tradizione pirandelliana va a curiosare nei luoghi comici della vita, quelli che rivelano le debolezze, e le bassezze, umane. Quale situazione migliore di un’eredità indivisa, quindi, per dare il via alla sua nuova commedia “L’eredità fa brutti scherzi”, ovviamente in dialetto corese, che ha debuttato lo scorso fine settimana al Teatro Cafaro di Latina per la stagione Fita, mentre a Cori, dove c’è sempre molta attesa per i lavori di Cicinelli, sarà in scena al Teatro comunale, domenica 9 marzo alle 17. A portare sul palco i personaggi sopra le righe, ma per nulla inverosimili, di Cicinelli la compagnia “Gli amici del teatro” di Cori: tutto ruota intorno all’albergo ereditato da Carla e Aurora, rispettivamente Mena Balestra e Silvia Moroni, due sorelle che gestiscono ciascuna la propria metà in modo completamente diverso. Lo spunto per riderci sopra è dato dalla circostanza che le due sono “zitellone”, diventano così facilissime prede per Francesco, Guido Bernardi, finto imprenditore, che cerca di mettere le mani sulla proprietà. E ci riuscirebbe se il caro estinto non avesse combinato qualche pasticcio. A commentare il tutto, a dipanare il filo conduttore della vicenda è Dino, Girolamo Balestra, il cuoco di Carla che propone immancabilmente “pâtesetpommes de terre, vale a dire pasta e petate”. Assicurato il lieto fine e, ancora prima, il momento della morale che caratterizza i lavori di Cicinelli e che è la morale dei vicoli di Cori, della cosiddetta saggezza popolare che, a vedere bene, è una saggezza universale. Sul palco anche Fabrizio Milanini, Isabella Bianchi, Domenico Pieri, Federica Furci, Gabriele Scala. La regia è stata curata dallo stesso Tonino Cicinelli, mentre la scenografia è stata a cura di Luisa Longhi, il trucco Silvia Moroni, l’organizzazione di Paola Migliozzi, aiuto Clara Balestra, Elisa Pirazzi, Marco Trionfera, audio e luci: Giuseppe Capogrossi.

Trattandosi di una prima è stata evidente la necessità di qualche ritocco qua e là, ma forse è proprio questa caratteristica che rende emozionante i debutti e affascinante il seguire l’evoluzione dei lavori teatrali: da non mancare quindi l’appuntamento di domenica 9 marzo, quando si scenderà nella vera “arena dei leoni”, con il pubblico corese che di certo non perdonerà nulla a chi lo porta sul palcoscenico, rappresentandone vizi e virtù.

Parte dell’incasso della rappresentazione di sabato è stata devoluta a favore dell’Anlaids: il ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di un macchinario per ipertermia  da donare all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Sempre sabato sera, prima dello spettacolo, è stata scoperta una targa in ricordo dei dieci anni dell’intitolazione della sala ad Armando Cafaro: presente il sindaco di Latina Giovanni di Giorgi, oltre a Tonino Cicinelli, in veste di presidente provinciale della Fita, Gabriele Sanges, direttore artistico della stagione Fita di Latina e Lina Cafaro, sorella di Armando. Ha presentato Dina Tomezzoli. Con l’occasione è stato anche donato il libro sulla vita e il lavoro di Armando Cafaro.

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IL PATTO DI MISAMBOR

     IL PATTO DI MISAMBOR

Pianeta Terra, anno 12065. Dopo millenni di battaglie tra tecnologici, ambientalisti e religiosi viene firmato il Patto di Misambor grazie al quale l’uomo dovrebbe vivere felice e in pace per l’eternità. Infatti per i primi secoli le cose vanno esattamente così. Ma “eternità” è parola grossa da digerire: per questo motivo nel Patto di Misambor vengono inserite due clausole: la prima, richiesta dagli ambientalisti, esige che comunque sia previsto un ciclo nascita-crescita-maturità-vecchiaia. La seconda, richiesta dai religiosi e ben più complessa, sancisce la possibilità della morte. Qualunque essere umano muore nel momento in cui sulla terra nessuno gli vuole più bene.

Non c’è neanche uno straccio di astronave in questo romanzo ambientato tra diecimila anni, né si va a passeggio tra le stelle e tantomeno tra le scimmie. In fondo l’umanità riesce sempre a superare se stessa.

 

Autore: Maria Corsetti

Titolo: Il Patto di Misambor

Editore: Falco Editore

Anno di pubblicazione: 2012

Pagine: 112

Prezzo: 10 euro

Copertina di Lorenzo Moriconi

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