Bruno Vespa fa quello che gli si chiede, cioè audience.
Nessuno si scandalizza perché ha dedicato tante puntate ai fatti di Cogne, che per i tribunali sono la tragedia privatissima di una donna e della sua famiglia. Come ne accadono centinaia ogni anno.
In pochi ci hanno trovato da ridire quando, per ricostruire l’incidente della Costa Concordia, si è fatto portare in studio il modellino originale mentre i sommozzatori incaricati dei rilievi hanno dovuto accontentarsi del modellino della nave gemella (la Serena, se non sbaglio).
Oggi invita i Casamonica, di cui tutti parlano e nessuno li arresta. Ci sarà un motivo.
Per quello che vedo dalle foto la signora si è anche presentata con un abbigliamento elegante, che rispecchia il vestire della sia gente, ma con un occhio di riguardo al luogo che la ospitava.
I funerali dei rom (tutti correct, guai a chiamarli zingari) sono notoriamente piuttosto evidenti. Mi sorprende che mai nessun giornalista di testate così importanti come quelle che gridano allo scandalo, si sia mai preso l’incomodo di parteciparvi, così, tanto per cultura personale.
In ogni caso Vespa ha istaurato un contraddittorio, che mi sembra una cosa professionale.
Nella mia vita credo di non aver mai visto per intero una puntata di Porta a Porta, non mi piace la conduzione. Né ho letto i libri di Vespa.
Il clamore intorno a questa puntata mi costringerà a vederla in streaming e credo che sarò in buona compagnia. Boom di audience. E chiedono la sua testa. Boh