Questo è il racconto delle mie ultime settimane da dipendente di Tele Etere (il 29 dicembre 2010 mi è arrivata una mail di posta certificata che di fatto mi licenziava con 48 ore di preavviso).
Nel ricostruire quei giorni mi sono avvalsa esclusivamente di documenti ufficiali e di stralci di conversazioni ufficiali, vale a dire di mail arrivate sulla casella di posta elettronica condivisa da tutta la redazione e di dichiarazioni rese in occasione di riunioni a cui ha partecipato tutta la redazione.
Non perché io abbia la pretesa di essere oggettiva, ma perché sono convinta che tutto ciò che è pettegolezzo, voce di corridoio, scazzo a porte chiuse attiene a una dimensione diversa, sia dei rapporti umani e professionali che della memoria.
Queste pagine nascono dal desiderio di raccontare come sono andate le cose dal punto di vista dei dipendenti, almeno dei licenziati della prima ora. Ricordo, infatti, che nel luglio 2011 la stampa ha riportato di uno stato di crisi dell’emittente che, stando sempre a quanto riportato dalla stampa, avrebbe dovuto chiudere con conseguente perdita di posti di lavoro.
Io e altri colleghi il posto di lavoro lo avevamo perso sette mesi prima senza clamori mediatici, se non, per quanto mi riguarda, una serie di commenti su Facebook dove comunque non veniva mai menzionato il nome dell’azienda.
Ripeto: questa è la ricostruzione di come sono andate le cose, per quello che ho potuto vedere e sapere. Tutto il resto non sta a me raccontarlo.