1960: Roy Lewis, giornalista e scrittore inglese, pubblica “The Evolution Man, Once Upon an Ice Age, What We Did to Father” che tradotto in italiano diventerà “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”. Come definirlo? Prendendo in prestito la presentazione che ne fa Terry Pratchett: «Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati»
29 settembre 2001: A meno di tre settimane dall’attacco alle Torri gemelle Il Corriere della Sera pubblica un lungo scritto di Oriana Fallaci che, nella versione integrale, diventerà un libro. «Oriana Fallaci - scrisse nella sua introduzione Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere - con questo straordinario scritto, rompe un silenzio di un decennio. Lunghissimo. La nostra più celebre scrittrice (lei dice scrittore e non pronuncia più la parola giornalista), vive buona parte dell' anno a Manhattan. Non risponde al telefono, apre la porta di rado, esce assai di meno. Non dà mai interviste. Tutti ci hanno provato, nessuno c'è riuscito. Isolata. Ma la storia e il destino hanno voluto che il centro della moderna apocalisse si aprisse, come una voragine dantesca, poco distante dalla sua bella e letteraria abitazione. L'onda d'urto di quella mattina dell' 11 settembre ha sconvolto anche la quiete eremitica ed ermetica di Oriana. Apre la porta, gesto inconsueto del quale sembra meravigliarsi... Lo sguardo è dolce e insieme feroce»
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Dante lo ha detto in due versi, stracitati ed evidentemente poco compresi.
Roy Lewis e Oriana Fallaci hanno usato più spazio e tecniche narrative diverse. Sono meno citati, un po’ perché scomodi, un po’ perché è più facile mandare a memoria due versi che leggersi due libri per intero. Sforzandosi di capire.
Si può leggere da bambini e anche da adulti. Il più grande uomo scimmia del Pleistocene rimane comunque divertente. L'autore, Roy Lewis, è inglese e il suo romanzo non prescinde da un umorismo sottile e calibratissimo, frutto di secoli di affinamento della cultura. E già trovare questo umorismo tra un gruppo di cavernicoli diventa uno spasso percepibile a ogni età. Tra una battuta e un anacronismo Lewis racconta la scoperta di come utilizzare il fuoco, la necessità si scoprire il mondo, di conoscere altri gruppi umani. I personaggi sono quelli di una commedia: l'innovatore, geniale e pasticcione, generoso. Il conservatore, brontolone e pessimista, ancorato ad abitudini sorpassate (vive ancora sugli alberi). Poi c'è l'invidia dei figli verso il padre, l'egoismo di tenere a proprio vantaggio le scoperte del padre. In questo passaggio, doloroso e vero, la penna di Lewis continua a scorrere leggera. Inserisce i temi della tragedia senza usarne i toni, operazione che solo a uno scrittore inglese può riuscire senza scadere nel ridicolo.
Degli uomini primitivi, e parliamo a partire da due milioni e mezzo di anni a questa parte, si studia alle elementari, l'età della pietra viene liquidata al massimo in un paio di pagine. Eppure dalle scoperte di quegli uomini che ci assomigliano così poco nell'aspetto è dipeso tutto il dopo, noi compresi. Dalla loro capacità di stare in gruppo, di trasmettersi le informazioni su come usare il fuoco, su come fabbricare i primi utensili dipende l'umanità. Che a un certo punto ha anche rischiato di estinguersi, considerato che di uomini, su tutta la terra, ce ne erano rimasti circa diecimila. Grazie a quei diecimila che hanno usato fuoco, utensili e capacità di stare in gruppo, grazie a quei diecimila e a perfetta loro insaputa - a parte il più grande uomo scimmia del Pleistocene che aveva previsto un sacco di cose - che oggi siamo al mondo con la capacità anche di saper scherzare e sorridere. Lo sanno fare solo gli uomini. O forse solo certi uomini.
Di pretesti per parlarne male ce ne sono in ogni riga. La rabbia non può edulcorare, disconosce ogni genere di mediazione e le parole crude sono uno scudo formidabile per chi non vuole, o non sa leggere oltre.
Di motivi per leggerlo, e portarselo dentro, ce n'è uno. Unico e imprescindibile. L'orgoglio di appartenere al genere umano, allo stesso genere di Dante e Leonardo, di Beethoven, di Einstein, di Aristotele e Gesù Cristo. Sì, c'è anche Gesù Cristo nella, ridottissima solo per questioni di spazio, galleria di meraviglie elencate da Oriana Fallaci. Che non dimentica persino la Chiesa Cattolica, rea di nefandezze è vero, ma alla quale non si può negare un ruolo importante nella Storia del pensiero.
La rabbia e l'orgoglio è una lettura che ti assale. È passato ormai più di un decennio dall'11 settembre delle Torri gemelle, dalla pubblicazione sul Corriere della Sera del testo della Fallaci che poi divenne libro. Ma a rileggerlo non cambia nulla, come allora fa trasalire in ogni pagina. Obbliga, più che invitare, a togliersi ogni maschera di buonismo della quale oggi sembra impossibile fare a meno nel vivere civile. Poi c'è chi se la vuole tenere questa maschera, e ti viene il dubbio che sia di stupidità e che anzi non sia una maschera. E allora è facile, facilissimo attaccare, accusare, emettere sentenze di razzismo e intolleranza. Puntare il dito sulla rabbia impedisce di vedere l'orgoglio.
Ma l'orgoglio del proprio passato, della propria storia è cosa difficile: rischia di schiacciare, rischia di non farci sentire all'altezza. Il mondo è fatto di tanti piccoli uomini e tanti di questi aspirano a divenire grandi. E qui le strade sono due, o si innalza il piccolo uomo (cosa faticosa) oppure si abbassa il resto che circonda (cosa faticosa anche questa, ma la cui messa in opera richiede doti di perseverante meschinità di cui sono colmi i piccoli uomini).
L'orgoglio di amare la nostra cultura, la nostra musica, arte, architettura, letteratura, scienza dovrebbe essere qualcosa che appartiene al nostro DNA.
Ma io stessa che scrivo, che sono una giornalista, che debbo confrontarmi con un modello come Oriana Fallaci, scriverei sicuramente meglio scrivendone male. È una tentazione sottile, abbattere la grandezza di un grande. Ma se iniziamo a ragionare tutti così, medici, scienziati, ingegneri, architetti, imprenditori, artigiani, commercianti, la corsa è verso il basso. E a ben guardare potrebbe già essere in atto.
Autore: Roy Lewis Titolo: Il più grande uomo scimmia del Pleistocene Editore: Adelphi Collana: gli Adelphi Pagine: 178 Prezzo: 8 euro Disponibile anche in ebook a 4,99 euro |
Autore:Oriana Fallaci Titolo:La rabbia e l’orgoglio Editore: Rizzoli Collana: Piccola biblioteca la scala Pagine: 163 Prezzo: 10 euro |